martedì 17 maggio 2016

LE MANI DI MIO PADRE

Nell’approccio autobiografico, l’ascolto del CORPO, è un tema importante che evoca immagini dense di emozioni, spesso legate agli affetti o al lavoro.
Con l’aiuto di fotografie, di letture e di musica il pensiero recupera tracce dal passato, i ricordi affiorano e si preparano ad essere raccolti dall’autobiografo. Con semplicità genuina.

La consegna in questo caso riguardava la scrittura di un racconto sulle mani (personali o di una persona cara) oppure la descrizione di mani che ci hanno colpito particolarmente.



LE MANI DI MIO PADRE


Nel tempo la fatica del babbo pareva essersi concentrata nelle sue mani, ruvide, grandi, a volte screpolate, che lui curava con abbondante glicerina ogni sera. Pale e vanghe non avevano segreti per lui; il suo lavoro era presso una cava di ghiaia dove spalava sabbia e sassi per la preparazione dei bitumi stradali.

E le sue mani parevano somigliare a questi attrezzi. Le rivedo all’opera di buona lena e poi…

Ricordo mio padre mentre si deterge il sudore, sotto il solleone estivo, si alza il cappellino di paglia per qualche istante, si toglie la maglietta di lana beige, più volte rammendata dalla mamma, e resta a torso nudo. Apparentemente era come se avesse ancora indosso quella maglietta: gli si era stampata sul corpo… le braccia, il collo e il volto cotti dal sole, esaltavano le spalle e il torace bianchissimi.
Una volta, guardandosi la maglietta fittamente piena di rammendi, esclamò: “Guarda qui, sembra che mi abbiano dato delle ‘schioppettate’!!“                                      

Piera



Vedi anche il sito  http://autobiografia.altervista.org/ per approfondimenti



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