mercoledì 25 ottobre 2017

PRESENTAZIONE DEL LIBRO "RACCONTARSI PER FOTOGRAFIE...."

Lunedì 30 ottobre 2017, alle ore 17,30, 
presso la Biblioteca Lame - Cesare Malservisi 
Via Marco Polo, 21/13 - Bologna

presenterò il mio libro


"RACCONTARSI PER FOTOGRAFIE,
FOTOGRAFIE PER RACCONTARSI

Proposte autobiofotografiche"


Le fotografie, nel nostro tempo, sono diventate alfabeto quotidiano. È nostro compito dare loro valore e nutrirci delle storie che ne provengono, le nostre e quelle dei nostri cari. Esse rappresentano tracce di noi, della nostra unica, eccezionale vita.

Portate una fotografia presa dai vostri album, dai vostri cassetti o files ... ci daremo il tempo per raccontare da subito.

In questo libro mi firmo Angela Mazzetti Fanti, per ricordare anche il cognome che mi ha dato mio marito, scomparso 16 anni fa. 
In effetti questo testo rappresenta è anche un'autobiografia di formazione nell'ambito  della scrittura autobiografica, dell'ascolto e del sostegno nel lutto, tre pratiche che si compenetrano, come illustrato nel mio sito, ma si tratta pure sempre anche di una formazione che attraversa la vita intera. 
E come non ricordare un compagno di vita come maestro, e tutti i miei cari, ai quali va la mia gratitudine, assieme a coloro che ho incontrato, con i quali ho lavorato, ho partecipato a percorsi formativi, ai docenti ed esperti che hanno illuminato molte vie... grazie!

Vedete anche il sito:
http://autobiografia.altervista.org/dentro-alle-pratiche.html


mercoledì 11 ottobre 2017

RACCONTARSI PER FOTOGRAFIE, FOTOGRAFIE PER RACCONTARSI Proposte autobiofotografiche

Benvenuti! E ben ritrovati a coloro che hanno avuto la pazienza di visitare questo blog!
Inviate pure qualche commento liberamente, perché non vengono subito pubblicati dal sistema, ma soltanto se da voi stessi autorizzati e da me letti. Coraggio allora!

Da parecchi mesi non pubblicavo più alcuna pagina, ma stavo perseguendo un obiettivo che mi ha molto impegnato e che ora mi dà una buona soddisfazione: un mio libro, che porta il titolo e sottotitolo in oggetto. La sua scrittura si è sviluppata lentamente, ha raccolto molte delle mie esperienza e ne ha creato una nuova.
Una forma di narrazione alla quale possono accedere tutti: la fotografia.

Il libro si occupa sempre di autobiografia e biografia, traduce le storie di sé attraverso un ascolto accurato e profondo che non può mancare: penso che mantenersi ascoltatori attenti faccia parte del quotidiano e di ogni ricerca personale, che sia fonte di buoni rapporti e di cura della parola e cammino per migliorare ciascuna umanità.

Il metodo trattato è pensato soprattutto per coloro che non possono scrivere o temono di non saperlo fare; è entusiasmante porsi davanti ad una fotografia ed attenderne la storia. Tutti possiamo essere narratori. Chi può aggiunge la scrittura o si fa aiutare da amici o consulenti.

Le fotografie rappresentano un grande patrimonio personale o famigliare. Tutti ne possediamo nelle scatole dei ricordi, negli album, nei files del computer o nello smartphone.
La fotografia è invasiva a volte, intrigante; lo scatto di amici sempre pronto a coglierci quando meno ce l’aspettiamo, o per il quale ci mettiamo in buona posa, che fine fa nella nostra vita?
E allora, coraggio, rispolveriamole e facciamone delle belle storie.. oppure delle stimolanti ricerche su di noi o sui nostri cari. Come siamo diventati? Che cosa ci piace fare? Che cosa amiamo fotografare? Attraverso i nostri scatti che più ci attraggono, proviamo a raccontarci, o a raccontare di altri, di viaggi, di panorami, di amici, di animali d’affezione…
Ne verrà fuori un mosaico di storie su noi stessi e sarà interessante riconoscersi o comprendersi più a fondo. Per saperne di più circa l’utilizzo delle fotografie e quindi dell’autobiofotografia, vi rimando al sito http://autobiografia.altervista.org/il-libro.html.
Qui ora vi racconto una storia, quella che ha nutrito molti miei passi nel campo fotografico e umano. Parte da molto lontano.


*****

La prima volta…

Una bimbetta con il nasino arricciato, un sorriso incerto, due occhi un po’ smarriti, mi guarda da uno spazio temporale lontanissimo.
Era una domenica pomeriggio, giorno di visite e, nel cortile della nostra vecchia casa di campagna, gli adulti accoglievano festosi la cugina di città e il suo fidanzato. Questi mostrava a tutti con orgoglio una macchinetta nera con una grossa lente sporgente che sembrava un piccolo cannone.
“Angela ci facciamo le fotografie! Guarda che bel cerchietto ti regalo, così te lo metti e ti fotografiamo!” Mi diceva la cugina per convincermi. A me non sembrava una grande festa, proprio no, e, piangendo disperata, scappai.
Ne ho vivo il ricordo come fosse accaduto ieri.
Mia sorella, a quel tempo diciannovenne, mi venne a cercare:
“Dai non fare così, poi ci rivediamo tutti nelle foto… sono bei ricordi!”
E io cambiavo nascondiglio. Dal pollaio passavo alla casetta degli attrezzi, poi, furtiva, ne uscivo e correvo dietro casa… finché, stanca, mi dovetti arrendere.
Tutti gli altri ridevano, entusiasti di farsi delle foto.
“Dai, vai a prendere la bicicletta!” mi incitarono; sapevano quanto mi piaceva.
Me l’avevano regalata da un mese e la mia inesperienza mi aveva procurato già parecchie abrasioni alle ginocchia, ma ne andavo fiera: era un oggetto solo mio, a mia misura. Dovevo solo imparare a stare bene in equilibrio e ad evitare i sassolini del cortile per evitare le cadute.

Ed oggi, eccomi ancora qui; la mia immagine è stampata su alcuni ‘pezzetti di carta’ in bianco e nero: ho la frangetta, i capelli scuri raccolti a coda dietro la testa; in una esibisco la bicicletta, in un’altra sono ritratta con mia sorella; poi con i cugini, dopo aver indossato, per l’occasione, il vestitino più elegante e il cerchietto.

Non manca il nasino arricciato!

Quel ‘buco nero’, l’obiettivo, mi ha ripreso tanto tempo fa e mi restituisce oggi dei momenti difficili da ricordare in assenza delle fotografie, momenti che adesso mi commuovono ogni volta che li guardo. Queste immagini sono custodite gelosamente nel mio primo album dove, a dodici anni, ho sentito il desiderio di raccoglierle, dall’infanzia alla prima adolescenza; le mie, quelle dei miei cari e degli amici. Pochi scatti, quelli lasciati da chi possedeva questo oggetto misterioso e affascinante: la macchina fotografica.
Mi rammento anche della cura che ho dedicato a questa raccolta e il titolo, che tuttora confermerei: “Io e gli altri - La mia vita attraverso le fotografie”.
Riguardo quel nasino arricciato; è innegabile, il mio amore per la fotografia comincia proprio da quel primo evento. In realtà si tratta di una fuga, forse per lo smarrimento di trovarmi davanti ad un oggetto sconosciuto: quell’occhio grande, dietro il quale il fidanzato di mia cugina mi scrutava, inquadrava e scattava.
Senza saperlo, ero come quei primitivi che avevano paura delle fotocamere perché “consideravano la fotografia una parte materiale di se stessi.”
Troppi misteri in quel pomeriggio per una bimbetta di cinque anni!

*******

E VOI? AVETE STORIE DA NARRARE A PARTIRE DA UNA FOTOGRAFIA SIGNIFICATIVA?
VI HANNO AIUTATO QUESTI SPUNTI?

******
Il libro esce per www.youcanprint.it (selfpublising); una volt ache siete nel loro sito, potrete digitare il titolo o il mio nome per trovare il cartaceo oppure l’e-book. Viene distribuito anche nelle librerie aventi contatti con questo editore (on demand).
Se vi piacerà seguirne gli sviluppi, ne riporterò delle parti in questo blog.
Questa inoltre è una prima presentazione, ma ve n’è un’altra più ampia che resterà a lungo nel mio sito http/:autobiografia.altervista.org, assieme alla copertina del libro.


Visitate il sito   http/:autobiografia.altervista.org